Da 30 sigarette al giorno a 335km di corsa in 5 giorni

Eccomi qui… Davanti al pc, cercando di fare il punto di questo viaggio, di questa traversata, di questa avventura. Cerco di raccogliere i pensieri, i fatti, le emozioni e mi risulta difficile spiegarlo a parole, ancor di più scriverle, dire cosa è stato per me, cosa ho vissuto e cosa ho visto, proverò iniziando con il raccontarvi i fatti…

L’estate scorsa avrei voluto partecipare al Coast to Coast con Correre Naturale e Stefano Gregoretti, 250km di corsa a tappe, da Riccione a Livorno, sfortunatamente non sono stato tra i selezionati e quindi non ho potuto partecipare.

Ma non mi sono lasciato scoraggiare

Da qui è iniziato il mio viaggio. Essendo un tipo testardo non mi sono lasciato buttare giù dal fatto di non essere selezionato ed ho deciso di creare il mio personale Coast to Coast. In principio l’idea era di percorrere da Roma a Pescara, ma il sopralluogo del percorso non ha dato esito positivo, non era accattivante, non era nelle mie corde e soprattutto era pericoloso. Un giorno in una cena di famiglia, parlandone, mi è stato proposto di percorrere la via Francigena, un’antica via di pellegrinaggio che attraversa tutta l’Europa da Canterbury in Inghilterra fino a San Pietro a Roma, è segnata con dei cartelli e ci sono tracce gps da seguire, impossibile perdersi, anche un mio amico l’aveva fatta poco tempo prima camminando ed ho iniziato a valutare la fattibilità della cosa…

Un viaggio stupendo

Ne è uscito un viaggio attraverso l’Italia, la parte che ho deciso percorrere inizia a San Gimignano in Toscana fino a San Pietro, 335km con più di 7000mt di dislivello positivo, da percorrere in 5 giorni, solitamente questa distanza si percorre in almeno 14 giorni. La sfida era con me stesso, con i miei limiti, non avevo mai percorso in vita mia una distanza simile in così poco tempo, si parla di quasi 70km al giorno con 1500mt di dislivello positivo di media. La cosa che mi attirava da questo tipo di esperienza, era anche il fatto di non dover correre a tutto gas come in una gara, in questo caso, niente cronometro, niente chip, niente tempi, quanto riuscivo a correre in una giornata, dall’alba al tramonto, sarebbe stato sufficiente e questo era il bello, non era una competizione, era un viaggio, una vacanza di corsa.

Il mio Team

Il bello di questa sfida è anche il fatto di non essere solo, ma di avere al mio fianco a supportarmi persone che amo, mio padre, compagno di molte avventure e Tania la mia compagna di vita. Loro come Team di supporto mi seguiranno in macchina tappa per tappa e mi forniranno tutta l’assistenza necessaria in caso di bisogno, ci incontreremo ogni 10/20 chilometri in base alle necessità, dandomi acqua e cibo (molto cibo) con Tania che spesso correrà dei tratti con me, specialmente il pomeriggio quando le energie cominciano a calare per farmi compagnia e darmi supporto. Poi la sera quando arriviamo in un paese hanno il compito di trovare un posto dove passare la notte e dove mangiare. Senza il loro aiuto tutto questo non sarebbe stato possibile. La corsa è uno sport molto spesso solitario, ma quando c’è una squadra, un team, tutto diventa possibile.

Una settimana prima della partenza

Ormai sono quasi 4 mesi che mi alleno per questa traversata, di chilometri ne ho macinati parecchi e ora sono nella fase di scarico dove preparo le ultime cose, prendo un paio di scarpe extra (non si sa mai), vado a comprare due scatole intere con 60 gel che utilizzerò come rifornimento di carboidrati durante la corsa, il rivenditore anche se mi conosce da tempo mi guarda con fare interrogativo, come anche i clienti presenti, credo di non averne mai comprati così tanti per un solo evento. In questi ultimi giorni continuo a correre e ad allenare i ragazzi della mia squadra, la NO LIMITS a.s.d. ma la testa ormai è già alla prossima settimana. Quando faccio cose estreme di questo genere, negli ultimi giorni, vivo, mangio e respiro per arrivare al meglio al giorno della partenza, con la testa sono già li, determinato a dare il 100% ma sono anche tranquillo, tanto che la domenica mi concedo una gara da 10km con la No Limits, la prima della stagione e pranzo insieme per festeggiare. Il giorno dopo partirò per la Toscana.

Il primo giorno

Parto la mattina di martedì 15 novembre alle 6:30 dopo aver passato la notte in un monastero di San Gimignano (punto di accoglienza per i pellegrini) che rende il  tutto un po più speciale, il cielo è sereno, sta cominciando ad albeggiare e la mattina è molto fredda, non ho un pettorale attaccato sul petto, ma ho una gran voglia di correre, lo spettacolo che si apre davanti a me appena esco dal paese è stupendo, l’alba sulle bellissime colline della Toscana è veramente bella. Le gambe girano bene e la prima tappa di oggi da 33km fino a Monteriggioni scorre veloce, mi accompagnano durante la mattinata anche due bei cerbiatti e per un tratto anche Tania, il paesaggio è veramente bello con il sole che splende nel cielo e tutto questo mi dona una stupenda energia. Arrivo poco dopo pranzo a Siena la mia seconda tappa di altri 19km, mangio il più possibile, mi riposo qualche minuto e riparto. La terza tappa è fino a Ponte D’Arbia ma non la completo, decidiamo di fermarci dopo altri 19km a Monteroni D’Arbia, con un bellissimo tramonto, dobbiamo cercare alloggio per la notte e poi devo conservare le energie per il giorno seguente. Sto bene, oggi ho corso per 71km, sapevo che i primi giorni sarebbero stati “facili”, ma la domanda che mi gira nella testa è per quanto tempo potrò reggere questo ritmo?

La salita verso Radicofani

Riparto esattamente da dove mi ero fermato il giorno prima e anche oggi con una bellissima alba sulle vallate toscane, non so perché ma l’alba ha un effetto energizzante per me, mi riempie di energia e mi fa iniziare la giornata al massimo, spesso una delle parti che adoro di più in queste avventure è proprio il passaggio dalla notte al giorno, c’è un qualcosa di magico che mi affascina… Mentre sono immerso in una nebbia fitta, con una temperatura intorno lo zero, finisco in breve tempo i 9km  della tappa che non avevo concluso il giorno precedente, tanto velocemente che non trovo al punto concordato il mio Team per i rifornimenti, non è un problema sono di buon umore e proseguo senza problemi, direzione San Quirico una tappa di altri 27km attraversando la bellissima Val D’Orcia. Alle 11:30 termino prima del previsto anche questa, ma ora mi aspetta una tappa che non so se riuscirò a finire nella giornata, con 3 guadi in 33km e 1100 metri di dislivello positivo e con alla fine una bella salita verso Radicofani, lo so sono allenato e non mi spaventano grossi dislivelli ma stiamo parlando di 140 chilometri in due giorni e non voglio stancarmi troppo per i chilometri che mi aspettano nei giorni seguenti. Percorro la prima parte senza grossi problemi poi arrivo all’ultimo check point prima dell’ultima salita, Tania decide di accompagnarmi lungo questi ultimi km per supportarmi e questo mi dona grande energia, riusciamo a finire prima del tramonto, arrivanti in cima ci godiamo lo spettacolo e ci abbracciamo tutti e tre, è veramente un bel momento.

Dopo una notte al gelo

La sera precedente a Radicofani cercando alloggio, abbiamo trovato tutto chiuso ma fortunatamente ci hanno ospitato in un Ostello per i pellegrini che percorrono la Francigena, il problema è stato che non c’erano molte coperte e i termosifoni erano spenti, ci siamo congelati e probabilmente questo ha influito sulla giornata seguente. Quindi il risveglio non è stato dei migliori, poi come è giusto che sia anche la stanchezza inizia a farsi sentire e la prima cosa che mi aspetta è una lunga discesa con un bel panorama, dovrei esserne felice, ma mi spezza le gambe, sento che non girano, dopodiché inizia un lungo tratto in pianura sulla Cassia, dove le cose peggiorano, sono lento, ho un forte dolore alla caviglia e in più correre su strada con le macchine non mi mette di buon umore. La prima tappa sono solo 23km fino ad Aquapendente ma a me sembrano un’infinità. Una volta arrivato fortunatamente trovo delle ottime pizzette che il mio Team di supporto mi ha procurato e mi riempio lo stomaco, ma il mio umore è ancora grigio come le nuvole che ci sono oggi in cielo, la mia compagna vedendomi così decide di accompagnarmi per qualche chilometro. Finisco non so come un’altra tappa da 24km arrivando a Bolsena e poi mi dirigo verso Montefiascone l’ultima tappa della giornata di 19km, il percorso molto bello costeggia il lago di Bolsena e la vista mi rigenera, in più a darmi la carica è l’incontro con dei Maremmani a guardia di un gregge, che mi inseguono e mi costringono ad una deviazione allungando il percorso, facendomi perdere molto tempo. Arrabbiato per questo contrattempo tiro fuori la grinta che pensavo non ci fosse in questa giornata e spingo al massimo per gli ultimi 10km, quasi come se avessi iniziato a correre in quel momento, anche perché si stava facendo buio e non avevo molto tempo a disposizione.

Meglio del primo giorno

Montefiascone è la tappa simbolica dove dicono che mancano 100km a Roma, in realtà ne mancano molti di più, ma a me fa piacere accarezzare quell’idea. La serata del giorno prima è stata molto piacevole dopo le disavventure della giornata e la mattina mi sento fresco e con la convinzione ormai che porterò a termine questa avventura, il grosso è fatto! Sapete quando dicono che una volta toccato il fondo non si può far altro che risalire? Beh è vero… questo è esattamente quello che è successo, più correvo e più stavo bene, inspiegabilmente al quarto giorno stavo meglio del primo, termino in breve tempo la prima tappa di 19km verso Viterbo, dove riparto pieno di energie verso Vetralla, altri 17km e anche la seconda tappa è andata. Ormai sono come in una bolla, ho tagliato i contatti con il mondo esterno, dopo 4 giorni passati così, esiste solo la via Francigena ed il mio Team. Percorro un’altra tappa bellissima verso Sutri, la prima parte dentro un fitto bosco che costeggia il Lago di Vico insieme anche a Tania e gli ultimi km solo immerso nel verde di una vallata, con un ruscello come compagno di viaggio, tutto in leggera discesa e le gambe volano leggere anche se ormai sono al sessantesimo chilometro della giornata. Terminati i 24km e visto che eravamo in anticipo sulla tabella di marcia, decidiamo di sfruttare l’onda positiva e percorrerne altri 10km, per farne poi meno il giorno seguente, Tania come sempre mi accompagna nell’ultimo tratto e anche oggi ci viene data una bella scarica di adrenalina da alcuni cani a guardia di un gregge.

Sotto un temporale

Avevano dato mal tempo per i giorni precedenti e si erano sbagliati, fortunatamente mi sono salvato dalla pioggia, ma non oggi. Inizio l’ultima giornata in forma, sull’onda positiva di ieri, sotto una leggera pioggerellina in compagnia di Diego, un amico che ha deciso di accompagnarmi per un tratto di questo stupendo viaggio, chiacchierando in tranquillità (cosa che ho fatto molto poco in questi ultimi quattro giorni). I primi 19km andando verso Campagnano di Roma, passano molto veloci, ci salutiamo qualche chilometro più avanti al Santuario della Madonna del Sorbo, lo ringrazio per il supporto, dopo tutti questi chilometri quasi in solitaria (mi ha fatto veramente piacere avere della compagnia) e proseguo il mio viaggio questa volta verso La Storta. Mentre attraverso il parco di Veio rapidamente il tempo peggiora, si alza il vento ed arriva un temporale di quelli brutti, dove in pochissimo tempo cade una notevole quantità di acqua ed il vento è molto forte, il problema principale è che non sono vestito adeguatamente. So che se mi fermo troppo o rallento rischio di far scendere troppo la temperatura corporea, sono solo in mezzo al nulla, quindi continuo a correre anche sulle salite più ripide. In discesa, per quanto sono bagnate le scarpe, si levano le solette interne (non so come), sono addirittura costretto a fermarmi e riposizionarle correttamente, è la prima volta che mi succede. Arrivato al check point dopo 24km le gambe sono rigide dal freddo, ho i brividi, sono in evidente difficoltà, ma è finita, manca solo una tappa, gli ultimi 16km, sono alle porte di Roma e non mi fermerò adesso… Anche camminando finirò questo viaggio, mi cambio e piano piano riparto, ormai le gambe sono andate per la fatica e correre sulla via Trionfale non è il massimo, percorro l’ultima parte con forti dolori, Tania è con me negli ultimi chilometri dove sono costretto a chiedergli di rallentare più volte perché non tengo il passo.

No Limits

In poco tempo è già finita, sono a San Pietro, ad accogliermi la mia famiglia e le persone a me care, è una bellissima sensazione, quasi non ci credo, sono ancora nella bolla ma mi sento pieno, pieno di emozioni vissute, pieno di energia per aver vissuto al 100% gli ultimi giorni, per aver vissuto un’esperienza che pochi possono raccontare e per aver dato tutto me stesso. Indosso una maglia con scritto NO LIMITS  questo è il mio motto, questo è quello in cui credo, questo è quello che consiglio alle persone e questo è quello che voglio promuovere, sfida te stesso, sfida i tuoi limiti, scoprirai che non esistono limiti e diventerai una persona migliore. Io sono la dimostrazione che tutto è possibile, una persona normale che inizia a correre, la corsa cambia la sua vita e la sua vita diventa la corsa. Da 30 sigarette al giorno a 335km in 5 giorni.


Un pensiero su “Da 30 sigarette al giorno a 335km di corsa in 5 giorni

  1. Massimo dice:

    Complimenti e veramente grazie per il tuo racconto di questo viaggio perché mi ha trasmesso un gran desiderio di superare i miei limiti nonostante gli infortuni a cui si è sottoposti quando si corre molto .

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